Sono passati 13 anni dall’introduzione del DLgs 81 del 2008 denominato “testo unico sulla sicurezza” in cui è regolamentato il lavoro in quota e di conseguenza si è definita la necessità d’istallare dei sistemi anticaduta.
Prima di andare più nel dettaglio però è bene ricordare che per “lavoro in quota” si intende l’attività compiuta da un individuo ad un’altezza uguale o superiore ai 2 metri di distanza dal primo piano stabile, mentre per sistema di anticaduta si intendono quelle protezioni che salvaguardano da una caduta dall’alto o, in caso di ambienti confinati, assicurano al lavoratore un ancora di salvataggio.
Dei sistemi anticaduta, come ben noto fanno parte le Linee Vita, che montate sui tetti garantiscono lo svolgersi di interventi manutentivi di media entità, come la pulizia delle grondaie, la riparazione del manto di copertura o la pulizia dei pannelli fotovoltaici in totale sicurezza e in piena libertà di movimento per l’operatore che interviene. Esse, insieme ai DPI (dispositivi di protezione individuale) concorrono alla sicurezza dei lavoratori esposti a cadute dall’alto. L’attuale normativa nazionale prevede la regolamentazione anche a livello delle Regioni, le quali si sono mosse in maniera non omogenea.
La prima Regione che in Italia ha normato in materia è stata la Toscana, a cui nel corso degli anni sono seguiti gli interventi di diverse altre che tuttavia rimangono in minoranza nonostante l’importanza del tema.
In linea di massima, si potrebbe azzardare nel dire che chi detiene la titolarità di un involucro edilizio ha l’obbligo di intervenire con adeguate misure di sicurezza e di protezione ogniqualvolta siano richiesti interventi in quota e che nella maggior parte dei casi le normative Regionali che hanno recepito il testo convengono sul fatto che per tutti gli edifici di nuova costruzione (e per gli edifici che necessitano di manutenzione ordinaria) l’installazione della Linea Vita è obbligatoria, mentre per gli immobili già esistenti che non necessitano di interventi manutentivi e non prevedono accessi sul coperto essa rimane facoltativa. Per gli edifici di interesse storico invece, onde evitare di gravare sulla struttura o intervenire con attività impattanti sono state messi a punto dei sistemi ad hoc che riduco eventuali stress sulla struttura e ne preservano l’estetica.
A prescindere tuttavia da detta questione normativa, per chi detiene la titolarità di un immobile un Sistema Anticaduta permanente è sicuramente un vantaggio perché oltre a garantire interventi immediati in caso di urgenze, e ridurre costi manutentivi, esso può salvare la vita degli operatori. Ed è questo l’elemento principale sul quale basare le proprie decisioni e scelte in merito.